I Presidenti Raccontano 30 Anni di storia

PBH (1985-2000)… Il Principio… Una sfida continua

Riordinare il cassetto dei ricordi. Incasellare date, fatti, volti, emozioni…

Tutto questo, e molto di più, significa raccontare l’avventura dei miei “primi” 15 anni in Polisportiva: anni intensi e pieni di aspettative, entusiasmanti ed impegnativi, totalizzanti come richiedono le vere sfide.

Già, perché fin dagli esordi è stato subito molto chiaro che la parola d’ordine per la Polisportiva sarebbe stata “sfidare”: le convenzioni ed i luoghi comuni che volevano (e vogliono) considerare il disabile come una persona “diversa” e, quindi, da proteggere con facili pietismi ed assistenzialismi. La vera sfida, fin dagli esordi negli anni 80, è stata quella di rivendicare, andando oltre ben oltre l’esteriorità dominante in quel periodo, il diritto di poter esprimere, anche attraverso il gesto sportivo, la voglia di essere protagonisti della propria esistenza, delle proprie scelte, delle proprie ambizioni, della propria voglia di emergere, senza false ipocrisie ma esibendo, con orgoglio, le propria abilità, tanto più entusiasmanti ed emozionati proprio perché espressioni di corpi non perfetti, ma ugualmente atletici e tesi alla conquista di una meta, di un obiettivo per ciascuno differente: un canestro da segnare per salvare la partita, qualche centesimo di secondo da bruciare per conseguire i tempi per i Nazionali, la concentrazione giusta per scoccare la freccia che centri un oro, l’ultimo colpo di pagaia per tagliare, sfiniti, il traguardo… L’aria che si respirava in quegli anni della nostra Polisportiva era quella della lotta per conquistare qualsiasi cosa: visibilità nell’opinione pubblica, risposte concrete dalle Istituzioni, spazi nei mezzi di comunicazione e dovunque forse necessario rivendicare l’importanza dello sport disabili. Conquiste ben più faticose ed impegnative di un “semplice” record… Ma è grazie all’impegno di questi primi anni e dei coraggiosi pionieri dello sport disabili, fossero essi atleti o dirigenti, allenatori o volontari, genitori o semplici amici, che si sono gettate le basi per le positive evoluzioni, i successi e le soddisfazioni del decennio successivo.

Difficile stabilire quando sia concretamente maturata, negli anni 90, la nostra volontà di promuovere il rinnovamento dello sport disabili con l’inserimento delle categorie giovanili: non sempre si tratta di momenti precisi, ma, più spesso, di una concatenazione di eventi , a volte casuali, a volte frutto di pazienti e tenaci convinzioni, che portano alla realizzazione di un sogno. Un sogno nato, forse, grazie alla sorpresa del primo meraviglioso oro olimpico nel tiro con l’arco,conquistato nel 96 ad Atlanta da una poco più che ventenne Roberta Lazzaroni, timidamente approdata in Polisportiva solo alcuni anni prima, ancora minorenne ma con grinta e determinazione da vendere. O forse grazie all’arrivo in squadra, in quegli stessi anni, di giovanissimi nuotatori, alcuni provenienti dai nostri corsi di terapia in acqua, altri approdati alla Polisportiva per caso o perché I tempi erano maturi, chissà… Fino ad approdare all’organizzazione, nel 1996, dei primi Campionati giovanili sperimentali di nuoto, contestualmente a quelli Assoluti, ed alle 2 edizioni dei Giovanili Open nel 99 e nel 2000con la partecipazione di squadre provenienti da tutta Europa ed oltre (Spagna, Slovenia, Polonia, Estonia ed Israele), che hanno finalmente dato visibilità e giusto riconoscimento all’impegno, meraviglioso per spontaneità e determinazione, dei nostri giovani atleti.

L’esercizio della sintesi è, per sua stessa natura, crudele: obbliga a censure dolorose, a selezionare ricordi e sentimenti, a tralasciare episodi e persone che, al contrario, sono parte fondamentale ed indissolubile di un’intera storia. Impossibile, però, non a ricordare le molte persone che, condividendo gli obiettivi della Polisportiva, hanno garantito che si arrivasse ad oggi con un brillante futuro alle spalle e la volontà di proseguire a crescere almeno per i prossimi 20 anni… Cosi come e impossibile dimenticare le lacrime: quelle per un risultato mancato d’un soffio, insieme a quelle per un record abbattuto; quelle per una partita giocata bene, ma persa, insieme a quelle per la conquista dell’accesso alla finale dei play off; quelle di rabbia dell’atleta deluso che si mischiano con quelle di emozione per l’esordio di un atleta “cucciolo”e di liberazione per un genitore in tensione… Per quanto mi riguarda, avendo vissute tutte (ma proprio tutte) queste sensazioni, posso solo augurare lunga vita alla Polisportiva, alla coerenza dei suoi obiettivi, alla genuinità del suo impegno Sportivo, al fresco entusiasmo dei suoi nuovi atleti cosi come alla preziosa esperienza dei veterani.

E alla fine richiudere il cassetto dei ricordi, riporre le emozioni che mi hanno accompagnato nello scrivere queste righe, legare con un nastro di raso i sentimenti che non mi è stato possibile tradurre in parole come si fa con le lettere cui teniamo particolarmente, ma che non rileggeremo più, sperando che qualcuno, prima o poi, le trovi e ne faccia tesoro.

Gloria Gobetto

2000 Il Passaggio… da PBH a “No Frontiere”

Sono felice di potere occupare questo piccolo spazio dedicato ai Presidenti della Polisportiva poiché sono orgoglioso di esserlo stato e di avere potuto rappresentare, seppur per un breve periodo temporale, gli atleti ed i soci sostenitori di quest’associazione.

Raccogliere il testimone da un Presidente come Gloria Gobetto non è stato facile,in quanto significava diventare quasi il padre adottivo di una sua creatura allevata fino a quel momento con passione e dedizione: nessuno avrebbe potuto fare meglio di lei!

Devo pero riconoscere che anche l’attuale Presidente, Franco Gnani, le somiglia molto, sia in termini di impegno sia per l’ottenimento di importanti obiettivi e risultati. Durante il mio mandato, lo scopo del Consiglio Direttivo da me presieduto, è stato quello di capitalizzare gli sforzi fino allora profusi riorganizzando i fattori delle varie discipline sportive e coinvolgendo ed a volte responsabilizzando quei soci che avevano sempre vissuto la Polisportiva da semplici spettatori.

Ed è stato proprio accogliendo le richieste avanzate dai giovani atleti e dopo avere indetto un “referendum” tra tutti i soci, che abbiamo deciso di voltare pagina cambiando il nome della Polisportiva in “No Frontiere”,proprio per esprimere anche con il nome della nostra associazione lo spirito che anima tutti i suoi tesserati. Non sono in grado di quantificare il contributo che personalmente sono riuscito a dare alla Polisportiva, ma posso invece affermare che è stata una esperienza indimenticabile che ha contribuito a radicare in me la convinzione che la vita deve essere vissuta a 360° a prescindere da qualsiasi handicap fisico o mentale.

Prima di terminare vorrei esprimere la mia riconoscenza a chi da anni lavora nell’ombra, e grazie alla cui opera la Polisportiva può avere una grande efficienza in termini organizzativi ed economici; in particolare voglio citare il nostro inossidabile segretario (e non solo) Raffaele Sabaini ed il consigliere Tiziana Montresor per la costanza e l’abnegazione prestata nello svolgimento del ruolo a loro assegnato.

Colgo l’occasione per augurare un “in bocca al lupo” per la manifestazione del ventennale che si svolgerà il 23/24/25 settembre e ringraziare gli atleti che con il loro esempio ci insegnano ad affrontare le difficoltà della vita con caparbietà e serenità senza porre limiti a nuove esperienze, motivando e nobilitando il nome da loro scelto per la Polisportiva “NO FRONTIERE”.

Cesare Mesa

2004 – 2013… La Conferma

Cari amici, approfitto dell’occasione offerta dalla pubblicazione del nostro giornalino che commemora il ventennale della nostra associazione per inviarvi questo modesto messaggio.

Con quale spirito va festeggiato il ventennale della Polisportiva Bresciana No Frontiere?

Sin dalla sua fondazione come PBH, dapprima nella veste di atleta, ma soprattutto oggi nella mia attuale carica di Presidente, sono convintissimo che lo sport sia il trampolino di lancio per iniziare a convivere con il proprio handicap. Bisogna vivere la propria esistenza con consapevolezza, consci dei propri limiti, della nuova condizione che il corso della vita ci ha riservato.

I fantasmi del passato sono i nostri peggiori limiti come anche i dettami di uno sfrenato consumismo imposti dalla nostra società. Noi possiamo fare tutto, pur con modalità diverse, ma soprattutto dobbiamo fare, anzi direi dobbiamo osare.

Perché tramite lo sport si acquisisce la consapevolezza di avere ancora tante possibilità non solo per le cose ordinarie, ma anche per strafare, per raggiungere qualsiasi traguardo. Lo Sport non è e non deve essere lo scopo, ma il mezzo per farci comprendere che ci sono ancora infinite possibilità di vivere una vita piena e meravigliosa.

Quale vostro Presidente concludo augurandovi “un meraviglioso sport a tutti” ed in più che possiate vivere una vita la più avventurosa possibile.

Franco Gnani

2013… Ripartiamo da Qui

Mi sono ritrovato a dover affrontare una sfida non facile.

Ripartire con il nome di sempre, con le attività di sempre, con nuovi atleti che vanno ad arricchire il numero dei tesserati nella nostra società … e senza alcune persone che, per anni, sono stati il cuore, la mente e le braccia della No Frontiere. Ogni separazione arreca una sofferenza, sia per chi se ne va che per chi rimane.

Quando ci siamo resi conto che l’inevitabile era ormai vicino, abbiamo cercato di usare tutto il “buon senso” (che una saggia persona mi ha insegnato a usare in ogni occasione) per staccarci da quello che è conosciuto come il mondo dell’atletica. Nel mio ruolo di nuovo presidente della Polisportiva Bresciana No Frontiere, non posso non ringraziare pubblicamente le persone che hanno contribuito a portare questa società dove è oggi, a costruire prima e consolidare poi, quella che è una realtà stupenda, complicata, entusiasmante e coinvolgente.

Ma quando si volta pagina è il momento di ripartire ed è con lo stesso entusiasmo, con una rinnovata passione e con un serio impegno che ho deciso di accettare questo ruolo e soprattutto questa sfida. A parte tutte le pratiche burocratiche per il passaggio delle consegne, si sono presentati alcuni compiti che forse mi hanno trovato impreparato. Si è reso necessario chiudere il settore “Tiro con l’arco”, soprattutto per mancanza di atleti iscritti; si è dovuto creare nuovi spazi-acqua per il costante aumento di nuovi giovanissimi che sono andati ad aumentare il numero di ragazzi del settore “nuoto HF”… e soprattutto è iniziata una nuova campagna di raccolta fondi. I risultati sportivi della stagione che volge ormai al termine, sono stati entusiasmanti. I ragazzi del nuoto HM ci sono piazzati al terzo posto nel circuito Nord-Cup, un secondo posto ai regionali di Cremona e hanno ottenuto ottimi risultati negli Assoluti in vasca corta.

Gli atleti del nuoto fisico hanno vinto in ogni competizione regionale e nazionale fino ad arrivare a piazzarsi al secondo posto sia nella Coppa Italia femminile che maschile ed al terzo posto assoluto nei campionati di società. Continueremo a promuovere e cercheremo aziende e privati che sostengano i nostri progetti: il “Progetto 3A”, che vede coinvolti un gruppo di ragazzini del settore HM presso il centro natatorio di Mazzano e il “Progetto Rio” che vede in prima linea quelli che sono i “TOP LEVEL” del settore HF, atleti di livello internazionale che si stanno preparando per le Paralimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016. Il settore del tennis in carrozzina conta ormai un solo atleta… ma che atleta!

Oltre ad essere il nostro vice presidente, alla sua non più giovanissima età, e capace di battersi in campo con la grinta di un ragazzino! Per quanto riguarda il settore HAND-BIKE, i nostri atleti sanno farsi riconoscere per determinazione e costanza in ogni gara nazionale. Questa è la Polisportiva, i nostri ragazzi sono la Polisportiva! Quel che è certo è che nessuno di loro sarebbe arrivato senza i nostri allenatori che meritano una menzione particolare per la complessità del loro ruolo; oltre ad essere altamente qualificati professionalmente e quindi avere ambizioni, obiettivi e progetti sportivi, sono uomini e donne di uno spessore umano straordinario con gli stessi obiettivi volti a preparare i nostri atleti affinchè possano diventare a loro volta uomini e donne capaci di affrontare la vita e le sfide che questa offre.

Gli obiettivi ci sono; le potenzialità pure. Non ci mancano né l’entusiasmo né la consapevolezza delle mille difficoltà che incontreremo ma che, sono sicuro, saranno un’ulteriore sfida e uno stimolo a crescere e a far crescere la nostra società.

Avanti tutta, quindi!

Nunzio Bicelli